I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni Capitolo XVII.

Cartina dell'Italia

b I PROMESSI SPOSI di Alessandro Manzoni - CAPITOLO XVII n


I PROMESSI SPOSI di Alessandro Manzoni - CAPITOLO XVII

Basta spesso una voglia, per non lasciar ben avere un uomo; pensate poi due alla volta, l'una in guerra coll'altra. Il povero Renzo n'aveva, da molte ore, due tali in corpo, come sapete: la voglia di correre, e quella di star nascosto: e le sciagurate parole del mercante gli avevano accresciuta oltremodo l'una e l'altra a un colpo. Dunque la sua avventura aveva fatto chiasso; dunque lo volevano a qualunque patto; chi sa quanti birri erano in campo per dargli la caccia! quali ordini erano stati spediti di frugar ne' paesi, nell'osterie, per le strade! Pensava bensí che finalmente i birri che lo conoscevano, eran due soli, e che il nome non lo portava scritto in fronte; ma gli tornavano in mente certe storie che aveva sentite raccontare, di fuggitivi colti e scoperti per istrane combinazioni, riconosciuti all'andare, all'aria sospettosa, ad altri segnali impensati: tutto gli faceva ombra. Quantunque, nel momento che usciva di Gorgonzola, scoccassero le ventiquattro, e le tenebre che venivano innanzi, diminuissero sempre piú que' pericoli, ciò non ostante prese contro voglia la strada maestra, e si propose d'entrar nella prima viottola che gli paresse condur dalla parte dove gli premeva di riuscire. Sul principio, incontrava qualche viandante; ma, pieno la fantasia di quelle brutte apprensioni, non ebbe cuore d'abbordarne nessuno, per informarsi della strada. «Ha detto sei miglia, colui, - pensava: - se andando fuor di strada, dovessero anche diventar otto o dieci, le gambe che hanno fatte l'altre, faranno anche queste. Verso Milano non vo di certo; dunque vo verso l'Adda. Cammina, cammina, o presto o tardi ci arriverò. L'Adda ha buona voce; e, quando le sarò vicino, non ho piú bisogno di chi me l'insegni. Se qualche barca c'è, da poter passare, passo subito, altrimenti mi fermerò fino alla mattina, in un campo, sur una pianta, come le passere: meglio sur una pianta, che in prigione». Ben presto vide aprirsi una straducola a mancina; e v'entrò. A quell'ora, se si fosse abbattuto in qualcheduno, non avrebbe piú fatte tante cerimonie per farsi insegnar la strada; ma non sentiva anima vivente. Andava dunque dove la strada lo conduceva; e pensava. «Io fare il diavolo! Io ammazzare tutti i signori! Un fascio di lettere, io! I miei compagni che mi stavano a far la guardia! Pagherei qualche cosa a trovarmi a viso a viso con quel mercante, di là dall'Adda (ah quando l'avrò passata quest'Adda benedetta!), e fermarlo, e domandargli con comodo dov'abbia pescate tutte quelle belle notizie. Sappiate ora, mio caro signore, che la cosa è andata cosí e cosí, e che il diavolo ch'io ho fatto, è stato d'aiutar Ferrer, come se fosse stato un mio fratello; sappiate che que' birboni che, a sentir voi, erano i miei amici, perché, in un certo momento, io dissi una parola da buon cristiano, mi vollero fare un brutto scherzo; sappiate che, intanto che voi stavate a guardar la vostra bottega, io mi faceva schiacciar le costole, per salvare il vostro signor vicario di provvisione, che non l'ho mai né visto né conosciuto. Aspetta che mi mova un'altra volta, per aiutar signori... E' vero che bisogna farlo per l'anima: son prossimo anche loro. E quel gran fascio di lettere, dove c'era tutta la cabala, e che adesso è in mano della giustizia, come voi sapete di certo; scommettiamo che ve lo fo comparir qui, senza l'aiuto del diavolo? Avreste curiosità di vederlo ... continua a leggere ... n

15 Mag. 2025 1:51:16 pm

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